Architettura Futurista

Al centro dell'attenzione degli architetti futuristi c'è la città, vista come simbolo della dinamicità e della modernità. All'inizio del 1914 Antonio Sant'Elia, il principale architetto, pubblica il Manifesto dell'architettura futurista, nel quale espone i principi di questa corrente. 
Tutti i progetti creati da questi si riferiscono a città del futuro, con particolare attenzione alle innovazioni. In contrapposizione all'architettura classica, vista come statica e monumentale, le città idealizzate dagli architetti futuristi hanno come caratteristica fondamentale il movimento e i trasporti.
I futuristi, infatti, compresero immediatamente il ruolo centrale che i trasporti avrebbero assunto successivamente nella vita delle città.
Nei progetti di questo periodo si cercano sviluppi e scopi di questa novità. L'utopia futurista è una città in perenne mutamento, agile e mobile in ogni sua parte, un continuo cantiere in costruzione, e la casa futurista allo stesso modo è impregnata di dinamicità.
Anche l'utilizzo di linee ellittiche e oblique simboleggia questo rifiuto della staticità per una maggior dinamicità dei progetti futuristi, privi di una simmetria classicamente intesa.


Enrico Prampolini nel 1928 afferma che:

La concezione architettonica futurista si può riassumere con due termini espressivi lirismo e dinamismo, che hanno caratterizzato l'avvento dell'estetica futurista.

La visione lirica dell'idea architettonica, trova nel dinamismo plastico, l'equivalente stilistico.

La vita è evoluzione, movimento, l'arte futurista è lo stile del movimento, l'architettura futurista è quindi lo stile del movimento materiato nello spazio.

Di conseguenza l'architettura futurista non va guardata solamente come un ulteriore sviluppo dell'evoluzione dell'estetica dell'architettura, verso un adattamento puramente stilistico, quanto ad una visione spirituale del mondo moderno e delle nuove forze che in esso si scatenano in potenza.

Il dominio dell'aria e della velocità hanno arricchito la nostra sensibilità di nuovi valori emotivi, di nuove possibilità estetiche.

Il regno della macchina ci ha spalancato nuovi orizzonti stilistici, poichè ignoti paesaggi meccanici si sono dischiusi ai nostri occhi, scrutatori dell'al di là, abbeverati alle vive fonti dell'infinito.


Metropoli futurista