Antonio Sant'Elia


« Le case dureranno meno di noi. Ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città. Questo costante rinnovamento dell'ambiente architettonico contribuirà alla vittoria del Futurismo. »


Antonio Sant'Elia (Como, 30 aprile 1888Monfalcone, 10 ottobre 1916) è stato un architetto italiano, appartenente al futurismo. Si diploma come capomastro a Como nel 1905, e nel 1906 completò la scuola di Arti e Mestieri, per trasferirsi in seguito a Milano dove frequenta fino al 1909 l'Accademia di Belle Arti di Brera. Nell'ambiente di Brera conoscerà Carlo Carrà, Leonardo Dudreville, Mario Chiattone. Nel 1912 superò l'esame di licenza come professore di disegno architettonico che gli consentirà in seguito di insegnare a Bologna. Tra l'11 e il '12 frequenta vari artisti quali G. Possamai (col quale fonderà nel 1912 il gruppo Nuove Tendenze), G. Fontana. Trova un primo impiego presso gli addetti al completamento del Canale Villoresi a Milano.
Nel 1913 insegna disegno architettonico a Bologna, contemporaneamente apre, con l'amico Chiattone, uno studio di architettura a Milano e lavora presso gli studi di C. Cantoni e Boni. Si avvicina al movimento Futurista a cui aderisce nel 1914 grazie, probabilmente, agli inviti di Umberto Boccioni e Carlo Carrà. Tra il 1912 ed il 1914, influenzato dalle città industriali degli Stati Uniti e dagli architetti viennesi Otto Wagner e Josef Maria Olbrich, cominciò una serie di disegni per una "Città Nuova" che non era altro che la visione futuristica di Milano.
Questi disegni furono esposti alla prima e unica mostra del gruppo delle Nuove Tendenze.
Sempre del 1914 è il Manifesto dell'architettura futurista, una rielaborazione in chiave architettonica del Manifesto di Marinetti, di cinque anni precedente, scritto sostanzialmente da Sant'Elia riprendendo quasi interamente il testo "Messaggio" pubblicato in precedenza nel catalogo della mostra Nuove Tendenze. In esso l'autore affermò che:


« il valore decorativo dell'architettura Futurista dipende solamente dall'uso e dalla sistemazione originale di materiali grezzi o scoperti o violentemente colorati. »


Come descritto in questo manifesto, i suoi disegni rappresentano raggruppamenti azzardati e la disposizione su larga scala di piani e masse che creano un espressionismo industriale ed eroico. La sua visione era riguardo una città del futuro estremamente industrializzata e meccanizzata, che non considerava una massa di edifici individuali ma una enorme conurbazione urbana, multi-livello, interconnessa ed integrata disegnata attorno alla "vita" della città. I suoi disegni estremamente influenti rappresentarono grattacieli monolitici ed enormi con terrazzi, ponti e passerelle aeree che hanno incarnato l'eccitamento puro e semplice dell'architettura moderna e della tecnologia.